Maghette, fancy idols e campioni olimpici. Gli anime giapponesi nella TV per ragazzi dell’Italia degli anni ’80

Abstract

Gli anni ‘80 sono stati un decennio rivoluzionario per la storia della comunicazione di massa: sono nati nuovi formati televisivi, programmi, tecnologie e nuove discipline interessate all’analisi del rapporto tra cultura e media. In quegli anni si è assistito in Europa, in particolare in Italia, al fenomeno definito da molti studiosi anime boom, un’onomatopea che descrive la massiccia diffusione delle serie animate giapponesi nei palinsesti televisivi come nuovo prodotto d’intrattenimento. Partendo da una breve ricapitolazione dei fattori politici, economici, sociali e tecnologici che in Italia hanno accompagnato l’arrivo degli anime nella nascente tv per ragazzi degli anni ’80, l’articolo si concentra sui percorsi narrativi dei due generi più popolari in quel periodo, gli anime majokko (maghette-bambine) e gli anime spokon (della tenacia sportiva). L’obiettivo dell’articolo è indagare questi generi, le loro storie, i personaggi, le mode e l’immaginario scaturitone, che hanno reso la tv per ragazzi un simbolo della televisione italiana, e dimostrarne le qualità pedagogiche. Se fattori economici avevano incoraggiato in un primo momento l’acquisto di questi prodotti audiovisivi, infatti, il valore formativo delle storie e l’emotività degli espedienti registici ne hanno fatto una delle forme di intrattenimento più apprezzate da bambini e adolescenti degli anni Ottanta.