Countersurveillance Aesthetic: The Role of Fashion in the Reappropriation of Identity

Abstract

Viviamo in un mondo iper-sorvegliato in cui i nostri dati e le nostre informazioni vengono condivisi e archiviati al di là della nostra portata e comprensione. Questo processo si traduce in una generale e spiacevole sensazione di insicurezza e di perdita della propria identità, ma fortunatamente la questione viene affrontata non solo da ricercatori e tecnici, ma anche da designer e artisti che stanno creando abiti e capi di abbigliamento che ci permetteranno di riappropriarci la nostra identità. In particolare, il campo del design speculativo è quello che abbraccia tutti questi progetti e lo scopo di questa presentazione è, attraverso una serie di casi di studio, mostrare il passaggio dal design speculativo e dalla pratica artistica a una forma di resistenza politica. Ad esempio, l'approccio artistico di Adam Harvey o Zach Blas mira a mettere in evidenza il potenziale di tessuti, maschere e gioielli per nascondere i nostri preziosi e unici dati biometrici. Sebbene la descrizione di "design post apocalittici" possa sembrare catastrofica, la realtà è diversa. Esiste una comunità in continua espansione che riscopre soluzioni e le propone, immaginando una resistenza collettiva in cui queste forme di moda proteggeranno sia il pianeta che la nostra identità. Questa moda, tradotta in azione collettiva e di movimenti sociali, porterà avanti il dialogo sulla necessità di introdurre una migliore regolamentazione dell'uso dei dati.