Oltre il tessuto. Un’analisi dell’abbigliamento nella Somalia italiana degli anni Venti attraverso l’archivio fotografico del MAET

Abstract

Il Museo di Antropologia culturale ed Etnografia dell’Università di Torino (MAET) conserva nei suoi archivi un prezioso patrimonio fotografico e materiale proveniente da Africa, Oceania, Asia, Americhe ed Europa. Di particolare valore è il fondo “Carlo Vittorio Musso”, composto da 111 fotografie scattate nella Somalia italiana tra il 1920 e il 1923. L’analisi iconografica dei soggetti rappresentati offre molteplici spunti di riflessione intorno al corpo vestito, il quale si configura, da una parte, come strumento di resistenza ai processi di “espropriazione culturale” operati nei confronti della popolazione locale e, dall’altra, come indicatore della posizione sociale, economica, politica e giuridica che gli abitanti rivestivano. L’articolo intende osservare come, in uno spazio di confine come la colonia, i processi di costruzione di genere si intersechino con la razza e la classe sociale di appartenenza, provocando vertigini interpretative nell’indagine delle soggettività che emergono dagli scatti fotografici. Ci si intende concentrare in particolare sulla divergenza tra l’abito tradizionale somalo e quello di fattezze occidentali introdotto a partire dal 1911, intravedendo nelle “grammatiche sartoriali” proprie dei modelli ritratti linguaggi di appropriazione e di costruzione di genere. L’abito, infatti, si rivela un potente dispositivo soprattutto nella definizione della femminilità e della mascolinità nell’ex colonia italiana.