Sulla loro pelle. Per un vestirsi “da animali” contro il vestirsi “di animali”, dalla rappresentazione alla performance

Abstract

Questo paper si concentra sulla contrapposizione tra il vestirsi “di animali” e il vestirsi “da animali” ovvero tra la dimensione dello sfruttamento animale per l’abbigliamento e, all’opposto, la visione dell’altro di specie come un maestro capace di indicare nuove dimensioni e nuovi contenuti o capace di trasformarci nel profondo. Il ruolo ispiratore dei non umani viene letto seguendo la prospettiva zooantropologica, avviata in Italia da Roberto Marchesini e il punto di vista politico dei Critical Animal Studies.

Rispetto allo sfruttamento animale nella moda, viene delineata un’introduzione storica sulla nascita della lotte antispeciste contro pelli e pellicce, dalla statunitense PETA alla italiane LAV e Essere animali; inoltre compare una breve disanima dei materiali di origine animale, dalle pelli di coccodrillo a alla lana e delle relative investigazioni e denunce di maltrattamenti ad opera associazioni stesse.

Le opposte polarità dello sfruttamento e del ruolo epifanico dei non umani sono esemplificate nell’articolazione delle immagini prodotte dalla moda e nelle performance zoomimetiche degli antispecisti, con particolare riferimento all’uso del costume animale nelle manifestazioni.