Editoria femminile italiana: un percorso tra estetica e politica

Abstract

Dalla nascita delle prime riviste di un’Italia post-unitaria fino agli anni Ottanta, le pubblicazioni rivolte alle donne, genericamente considerate parte di un’editoria “minore”, si sono in realtà dimostrate laboratori di sperimentazioni linguistiche e visive non solo di notevole rilevanza nell’evoluzione del giornalismo, ma anche nella formazione etica e politica delle lettrici sia progressiste, sia conservatrici. E ciò è stato paradossalmente reso possibile proprio dallo sguardo di sufficienza a loro rivolto dal potere, che in alcuni casi, però le ha volute come alleate. Viene poi condotta un’indagine più approfondita sul settimanale Grazia che più degli altri, nell’andamento dei suoi articoli e servizi di moda, si è rivelato guida e complice di una donna che andava pian piano trovando un posto nella società e lottava per conquistare i diritti che le erano dovuti.