Vestire è un po’ partire.Embricazioni tra moda e turismo in Italia dal periodo postbellico agli anni Settanta

Autori

  • Vittoria Caterina Caratozzolo Sapienza - University of Rome

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2611-0563/13862

Parole chiave:

Italian Fashion, Ethnocentrism, Exoticism, Tourism, Journey-form

Abstract

L’articolo esplora le modalità con cui la moda italiana, primariamente connotata dal rapporto con il proprio territorio e patrimonio culturale, disloca le sue rappresentazioni in paesi e culture alle più esotiche latitudini. Questa paradigmatica svolta non è soltanto indicativa di quanto la moda italiana – dalla fine del secondo conflitto mondiale e attraverso un crescente processo di internazionalizzazione – abbia imparato a legittimare la propria cifra creativa, ma anche di quanto la sua evoluzione abbia operato, fin dentro le trame stesse del linguaggio sartoriale un’attrazione verso forme diverse dell’abitare. Da questa prospettiva, le maggiori riviste italiane e internazionali offrono una rinnovata rappresentazione di abiti e territori alla fruizione immaginaria e materiale di moda e turismo. Un cambiamento non privo di ambivalenze culturali dove la misura della ricerca stilistica si mescola a un ampio spettro di sentimenti e attitudini esotizzanti e auto-esotizzanti che fluttuano con ricadute etnocentriche tra i motivi dell’ispirazione e dell’appropriazione.

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Pubblicato

2021-12-16

Come citare

Caratozzolo, V. C. (2021). Vestire è un po’ partire.Embricazioni tra moda e turismo in Italia dal periodo postbellico agli anni Settanta. ZoneModa Journal, 11(2), 55–69. https://doi.org/10.6092/issn.2611-0563/13862