Digital Humanities e moda

Autori

  • Valentina Rossi University of Parma

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2611-0563/11838

Parole chiave:

Digital Humanities, Archive, Fashion, Virtual Exhibitions, Curatorial Practices

Abstract

Per rispondere alla domanda posta dalla call: La pandemia, il pervasivo utilizzo del Web e la sperimentazione delle tecnologie di Realtà Estesa potranno dare un impulso agli archivi della moda?  è necessario intraprendere una analisi di differenti casi studio che negli anni si sono confrontati con le pratiche di Digital Humanities. Il saggio si propone quindi di tracciare una ricognizione metodologica sulle pratiche museali e archivistiche relazionate alle pratiche digitali. Da marzo 2020 i musei e gli achivi hanno accelerato il processo di restituzione dei dati e reinterpretato le funzioni delle istituzioni attraverso le pratiche digitali e le esposizioni virtuali che, pur non ambendo a sostituire quelle reali, hanno dimostrato quanto queste si pongano su un differente livello di lettura: una integrazione al percorso museale e fisico ma anche un luogo indipendente da esso. Il dibattito inerente le Digital Humanities e le Virtual Exhibitions ormai è ampio e articolato e uno dei suoi maggiori autori, Jeffrey Schnapp, parla di Knowledge design (design del sapere): ci troviamo a creare nuove forme del sapere assumendo le condizioni attuali che la contemporaneità ci offre, mentre altre prospettive critiche sono tese a restituire la differenza sul ruolo del documento in quanto tale o sulla modalità di costruzione e l’impatto delle piattaforme digitali.

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Pubblicato

2020-12-22

Come citare

Rossi, V. (2020). Digital Humanities e moda . ZoneModa Journal, 10(2), 43–59. https://doi.org/10.6092/issn.2611-0563/11838