ZMJ Call For Papers: Fashioning opera. Le culture del costume tra palcoscenico e schermo
Il profondo significato della parola “costume” nella lingua italiana va oltre i confini ristretti di “vestimenta”. Infatti, i costumi sono corpi. In questo senso, la moda – considerata sia come fatto spirituale che come arte applicata – apre un vasto campo di studio per storici, esteti e studiosi. È significativo che sia in Italia che il concetto di “costume”, inteso come proposizione o riproposizione di un evento, come rappresentazione di un fatto – fittizio o meno – e come mezzo per trasformare le attrici e gli attori in ciò che non sono, abbia preso forma.
In Italia, l’esplosione creativa degli ultimi trent’anni del ventesimo secolo non si è limitata ai costumi d’opera, poiché anche gli stilisti hanno vissuto un periodo fertile e très jolie in quel tempo. Moda e opera sono divenute arene di una collaborazione spesso fruttuosa: l’arte più teatrale ha ispirato gli stilisti più visionari a creare costumi straordinari per produzioni altrettanto straordinarie. Numerosi stilisti italiani si sono cimentati con il costume teatrale: Gianni Versace, Giorgio Armani, Valentino Garavani, Ottavio e Rosita Missoni, solo per citarne alcuni. Versace ha collaborato più volte con il coreografo belga Maurice Béjart nella produzione di balletti e ha sperimentato con l’opera. Giorgio Armani, con il suo stile asciutto ed essenziale, si è spesso occupato di produzioni operistiche in cui era richiesto il suo gusto; e Ottavio e Rosita Missoni hanno partecipato a vari spettacoli operistici. Durante la stagione 2009/2010, Viktor & Rolf, Miuccia Prada, Emanuel Ungaro e Christian Lacroix hanno ottenuto successo come costumisti per opere a New York, Baden-Baden, Napoli e Berlino.
Oltre e fuori dal palcoscenico teatrale, opera e cinema hanno goduto di una stretta relazione fin dagli albori del cinema. Nell’epoca del muto, storie e star operistiche comparivano sullo schermo, e la musica d’opera veniva eseguita dal vivo. Con l’avvento del sonoro e della televisione, l’opera ha continuato ad apparire in forme mediate. Negli ultimi anni, i formati digitali, Internet e lo streaming hanno influenzato il modo in cui l’opera è esperita e consumata. Inoltre, il cinema in tutte le sue forme ha esercitato un’influenza crescente sulla messa in scena dell’opera dal vivo.
Opera e cinema costituiscono un campo di studi relativamente nuovo, inaugurato dal libro pionieristico di Jeremy Tambling Opera, Ideology, and Film (New York: St. Martin’s, 1987) e culminato nel recente Opera Cinema: A New Cultural Experience di Joseph Attard (New York & Londra: Bloomsbury, 2024). L’intersezione tra opera e cinema abbraccia un’ampia gamma di tipologie e comportamenti, e le rimediazioni dello spettacolo operistico sono divenute oggetto di recenti indagini (Carluccio e Rimini 2024). Il termine “film” include la televisione così come il cinema e lo streaming, oltre alle modalità di presentazione più convenzionali. Forse la principale categorizzazione interna riguarda se un’opera costituisca l’intero film, etichettato come “opera-film”, oppure se compaia all’interno di un film normale, dove le possibilità sono infinite. Con poche eccezioni, la ricerca su opera e cinema ha quasi ignorato gli elementi “femminili” del design dei costumi e della moda.
Come ha osservato Guglielmo Pescatore nel suo importante contributo La voce e il corpo. L’opera lirica al cinema (2001), opera e cinema possono sembrare forme artistiche distanti, con tradizioni e linguaggi molto diversi: “Tuttavia, a uno sguardo più attento, emerge una fitta rete di influenze che testimoniano una vivace presenza dell'opera sul grande schermo.” Certo, esiste il film-opera, ma le interazioni possono essere sottili: dalle convenzioni melodrammatiche al commento musicale, il cinema è stato nutrito dalla tradizione operistica, dai suoi testi e dal suo pubblico.
Data la natura ibrida dell’argomento, il numero monografico su Fashioning opera: le culture del costume tra palcoscenico e schermo attinge a molte discipline, in particolare agli studi cinematografici, agli studi sul rapporto tra cinema e musica, agli studi sull’opera, sui media e la performatività, al fine di studiare l’opera attraverso la lente di un campo trascurato. Sarebbe a dire la relazione storica tra moda, costume e opera espressa attraverso media diversi. Sono incoraggiate le proposte che esplorino, ma non solo, i seguenti temi:
- Le dive dell’opera e i loro costumi
- Definire la celebrità operistica attraverso il costume
- I guardaroba privati dei performer e le loro personalità operistiche
- Costume e politica di genere nel bel canto
- Minoranze, diversità e identità queer rappresentate attraverso i costumi d’opera
- La ricezione dell’opera attraverso la moda e il design dei costumi
- Il contributo degli stilisti di moda all’estetica dell'opera
- Il costume come oggetto performativo
- Pubblici e discorsi transnazionali
- Film operistici, film-opera, opera filmata
- I costumi dell’opera e le arti visive
- Studio dei costumi dell’opera in chiave eco-sostenibile
- La professione del costumista nel vestire il personaggio
- Il costume designer, prospettive di produzione
Proposte
Gli abstract, della lunghezza massima di 500 parole (escluse le referenze bibliografiche), in formato word (.docx), redatti in italiano o in inglese, devono illustrare gli obiettivi dell’articolo, le domande di ricerca e la metodologia adottata. Devono essere inviati, insieme a una breve nota biografica, a: sara.pesce@unibo.it; silvia.vacirca@uniroma1.it; zmj@unibo.it (con oggetto: Abstract submission for ZMJ – Fashioning Opera).
Gli autori riceveranno una notifica circa l’accettazione della proposta entro il 3 novembre 2025.
L’accettazione dell’abstract non garantisce la pubblicazione dell’articolo, che sarà sottoposto a un processo di revisione paritaria in doppio cieco. L’invio di un articolo implica che esso sia inedito e non sia in considerazione per la pubblicazione altrove.
Date importanti:
- Invio degli abstract: 1 Ottobre 2025.
- Notifica di accettazione/rifiuto: 3 Novembre 2025 (la notifica di accettazione potrebbe includere commenti e richieste di chiarimenti).
- Invio dell’articolo completo (6000/7000 parole): 12 Gennaio 2026.
- Commenti dei revisori insieme alla decisione del comitato editoriale (approvazione senza modifiche, approvazione con modifiche maggiori/minori e/o rifiuto): 16 Febbraio 2026.
- Gli autori dovranno inviare l’articolo rivisto alla redazione entro il 9 Marzo 2026.
Il Volume 16 N.1 di ZMJ è previsto per la pubblicazione entro Luglio 2026.