Il volume Anni Novanta. Arti visive, moda e design, curato da Alessandra Acocella e Valentina Rossi, rappresenta un’importante novità editoriale che indaga le intersezioni creative e progettuali che hanno animato il panorama culturale degli anni Novanta, con particolare attenzione al caso italiano. Negli ultimi anni numerosi studi e approfondimenti hanno ripercorso specifici eventi artistici ed espositivi — connessi alla produzione d’arte contemporanea — sorti tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta. Tale narrazione, tuttavia, è stata spesso frammentaria e selettiva, trascurando generalmente una prospettiva più ampia e interdisciplinare, maggiormente adatta a contestualizzare le possibilità di confronto, dialogo e interscambio linguistico che hanno caratterizzato i nuovi scenari di inizio millennio.
Anni Novanta nasce quindi dall’esigenza di esaminare le dinamiche di convergenza e contaminazione tra arti visive, moda, design ed editoria, tracciando percorsi sperimentali e mostre emblematiche di un decennio caratterizzato da rapide trasformazioni e innovazioni. Questo prezioso volume, che raccoglie contributi dedicati a casi studio ritenuti “emblematici della temperie del decennio” si struttura in due sezioni, la prima dedicata alle traiettorie sperimentali nel campo delle arti e della creatività, la seconda rivolta al versante delle mostre e dell’editoria.
Il libro si apre con un contributo di Alessandra Pioselli, che analizza la sfera esperienziale e relazionale delle ricerche della generazione di artisti affermatasi in Italia degli anni Novanta. Opere di artisti come Eva Marisaldi e Cesare Viel, infatti, evidenziano il carattere performativo delle loro installazioni, in cui spazi e corpi diventano strumenti per nuove narrazioni. Il volume rilegge poi alcuni aspetti della poliedrica figura di Maurizio Cattelan grazie ai contributi di Francesco Spampinato — che esamina la produzione dell’artista negli anni Ottanta e Novanta, concentrandosi sulle sue prime opere “ibride” che mescolano arte e design — e di Roberto Pinto — che mette in luce le influenze concettuali e il dialogo con una vasta gamma di settori creativi, dalla pubblicità alla moda. Irene Boyer rivolge invece la sua attenzione all’uso del video come mezzo espressivo, analizzato attraverso le opere di Liliana Moro e Grazia Toderi. Queste esperienze non solo rappresentano il fervore sperimentale della Milano di quel periodo, ma sono sintomatiche di un rinnovato interesse “verso la dimensione mediatica” dell’arte. Elio Grazioli arricchisce le tematiche del volume focalizzandosi sull’artista e fotografo Davide Mosconi, il cui lavoro ha intrecciato moda, corpo e mistero, anticipando molte delle tendenze visive contemporanee. La prima sezione si conclude con il saggio di Fabriano Fabbri dedicato ai “neismi” della moda degli anni Novanta (Neoconcettuale, Neopop, Neopoverismo), che evidenzia il dialogo tra passato e presente, tradizione e innovazione.
Il saggio di Stefano Chiodi apre la seconda sezione con l’analisi del volume Espresso. Arte oggi in Italia (curato da Sergio Risalti e uscito nel 2000), una copiosa raccolta dedicata alla generazione artistica italiana emergente alla fine del secolo, strutturata come una “mostra portatile”. Al centro dell’indagine di Valentina Rossi è invece il caso emblematico della mostra Aperto’95 — Out of Order (1995), edizione “anomala” di una sezione della Biennale, che ha spostato l’attenzione da Venezia a Bologna imponendo alla città emiliana il ruolo centrale nell’arte contemporanea. Rappresentativi dell’intero decennio sono anche gli allestimenti temporanei di Arata Isozaki e Denis Santachiara della Biennale di Firenze Il Tempo e la Moda (1996), analizzati da Alessandra Acocella nel loro dialogo transdisciplinare con architettura, design e cultura visuale. Infine, Saul Marcadent si concentra sull’esperienza della rivista francese Purple Prose, emblematica dell’interconnessione arte-moda e simbolo di una creatività transnazionale, capace di superare i confini disciplinari e di proporsi come piattaforma per le avanguardie del periodo.
Anni Novanta offre un’analisi ricca e sfaccettata delle principali tendenze e sperimentazioni che caratterizzano le ricerche artistiche di fine secolo, senza pretesa di esaustività, ma con un approccio metodologicamente rigoroso e multidisciplinare. Grazie alla combinazione di studi su artisti e casi noti con esplorazioni di contesti meno conosciuti, il volume restituisce tutta la complessità di un decennio poliedrico, rappresentando un contributo prezioso nell’ambito degli studi culturali e artistici, aprendo a nuove ricerche su un periodo cruciale della contemporaneità.