Il volume Tessuti di moda della collana “Archivi Galtrucco” — scritto a sei mani da Margherita Rosina, Alessandra Coppa con le schede di Lucia Macchi — arriva a due anni di distanza dal quello dedicato ai bozzetti. Tessuti di moda, pur secondo in ordine di uscita, sarebbe , forse, il primo da leggere e studiare per comprendere l’importanza e la lungimiranza imprenditoriale di Galtrucco: azienda nata nel 1870 che ha costruito il proprio successo soprattutto nel secondo dopo guerra sulla qualità e bellezza dei tessuti, sul rapporto con i più importanti produttori tessili italiani e con i grandi stilisti che hanno decretato il successo del prêt-à-porter.
Per selezionare i materiali da inserire nel volume le autrici hanno compiuto un vero e proprio tuffo nella storia aziendale passando in rassegna i centoquarantasei album campionario della Galtrucco, che si compongono di 44 volumi dedicati alla Seteria, 63 alla Laneria e 33 alla Drapperia, che coprono il periodo compreso tra il 1932 al 1995.
Una quantità imponente di materiale da studiare che rappresenta non solo lo specchio fedele di ciò che era di moda anno per anno, ma che ha permesso di comprendere i cambiamenti nel gusto e nello stile delle clienti, per le quali i buyer della Galtrucco dovevano presentare sempre nuove proposte per mantenere vivace il volume di affari.
Sfogliando le pagine del libro colpisce l’immensa varietà di proposte che veniva preparata per poter coprire le più disparate richieste ed esigenze: pagina dopo pagina, si passa dalle stampe “anonime” a quelle utilizzate da Dior e da Givenchy, che erano disegnati da Andrée Brossin de Méré; dalle lane intrecciate color pastello usate da Chanel fino ai tessuti creati per soddisfare le nuove generazioni che apprezzavano la moda proposta della Swinging London fino ad arrivare ai tessuti del nascente prêt-à-porter degli anni Settanta.
Non deve essere certo stato facile selezionare le stampe da includere nel volume, inoltre la scelta di includere i disegni e i tessuti di maggior successo commerciale (come dichiarato dalle autrici durante la presentazione del volume), rende ancora più interessante sfogliare il ricco apparato iconografico, che consente non solo di vedere “esercizi di stile”, ma di comprendere la capacità dei disegnatori e dei produttori italiani di armonizzare arte, perizia tecnica e mercato.
Il volume è una vera e propria gioia per gli occhi, costruito secondo una sequenza cronologica nella quale si alternano pagine di prontuari e immagini di tirelle (meraviglioso è il perdersi nei dettagli e nelle varianti di disegno, trame e colori di ogni campione), alle quali spesso sono accostati figurini o immagini da riviste o di sfilata, che consentono di comprendere appieno non solo la scala ma anche l’effetto che il tessuto andava a realizzare sul corpo.
Il volume così costruito non rappresenta solo un esauriente excursus dell’evoluzione del gusto e dello stile, ma è anche fonte di ispirazione inesauribile per professionisti e per studenti che si avvicinano al mondo complesso del design per la moda.