Il 29 settembre la mostra (RI)PENSARE LA MODA // (RE)THINKING FASHION si è svolta durante Notte dei Ricercatori, un’iniziativa europea che si tiene annualmente per avvicinare il pubblico alla ricerca scientifica. Includere i progetti legati alla moda nella Notte dei Ricercatori evidenzia l’intersezione tra moda e ricerca, mettendo in evidenza l’importanza della ricerca accademica e del pensiero innovativo.
La mostra raccoglie i progetti realizzati negli ultimi anni dagli studenti del corso di laurea triennale in Culture e Pratiche della Moda e del Master internazionale in Fashion Studies presso l’Università di Bologna — Campus di Rimini. Sotto la supervisione dei professori di entrambi i programmi, gli studenti hanno affrontato vari temi, che vanno dalla reinterpretazione dei costumi tradizionali alla comunicazione strategica per la moda, dal product design alla valorizzazione degli archivi aziendali. Con la loro diversità, le opere mirano a illustrare le complessità del sistema moda e le molte sfide che i suoi futuri professionisti — gli studenti di oggi — dovranno affrontare.
I lavori degli studenti
La mostra è stata suddivisa in diverse sezioni, ognuna delle quali evidenzia una specifica area di studio e progetto, alcune già presentate nelle precedenti edizioni insieme ad alcune nuove.
A incorniciare lo spazio espositivo, un banner di “Fashion Identikit. The future creative director” a cura di Luca Fabbri e Leandro Palanghi. I direttori creativi occupano una posizione cruciale, non solo nella progettazione di collezioni, ma anche nella creazione di una visione globale del presente e del futuro per il marchio. Questa visione serve come forza trainante per la strategia aziendale nel suo insieme. Gli studenti hanno delineato l’identità dei direttori creativi di rilievo, sottolineando le qualità personali e professionali che hanno avuto un ruolo significativo nel successo del loro lavoro.
La sezione più interattiva e amata dal pubblico è stata dedicata al progetto “Mirror Identities” a cura di Mattia Candiotti con Noemi Manzotti. Una serie di piccoli specchi è decorata in modo unico con una fotografia di una porzione del volto di un’altra persona. Quando gli spettatori si guardano nell’opera vedono i loro volti mescolarsi con caratteristiche di altri estranei (naso, bocca, occhi) portandoli a riflettere sulle implicazioni di acquisire temporaneamente una nuova identità.
Non mancano manichini e abiti che sono stati rappresentati dal progetto “Costume Meets Fashion” a cura di Simona Segre Reinach con Marianna Balducci, Marzia Bia, Cristiana Curreli. L’obiettivo di questo progetto ancora in corso risponde alla necessità di decostruire uno degli stereotipi più diffusi, che considera la moda europea, occidentale come moderna mentre il costume nel resto del mondo tradizionale e immutabile. Dopo aver compreso i contesti socio-culturali degli abiti non europei, gli studenti hanno progettato moodboard di collezione “fusi” con le tendenze globali. Gli studenti dei seminari hanno poi realizzato i capi, inserendoli nella cornice comunicativa di un catalogo.
Inoltre, “New Memories, New Identities” a cura di Ines Tolic con Andrea Serrau, ha presentato i risultati del 3º Concorso ZoneModa Design insieme a un catalogo appena stampato che menziona anche le altre edizioni. Questa volta, il progetto prevedeva la creazione di un monogramma in grado di interpretare il linguaggio del marchio e il suo spirito, entrambi profondamente radicati nella cultura cinematografica e musicale della fine del XX secolo. La proposta di design è stata testata su una felpa con cappuccio, capo iconico del brand partner per il concorso — Throwback — nei colori della palette definita per il 2021.
L’ultima aggiunta si è aperta verso gli obiettivi più ambiziosi dei corsi di Rimini, coinvolgendo l’applicazione delle nuove tecnologie negli studi di moda, in questo caso affrontati da Chiara Pompa durante il corso “Valorizzazione degli archivi per la moda”. Dopo aver studiato il patrimonio di alcune case di moda, gli studenti hanno personalizzato uno spazio virtuale che rifletteva i loro valori e immagini ricorrenti. Combinando i loro studi teorici, hanno sviluppato una prospettiva curatoriale incentrata sulle varie fasi organizzative di una mostra virtuale, vista come un efficace strumento di comunicazione e valorizzazione del patrimonio conservato negli archivi.
L’Università come spazio di esposizione della moda
L’Università di Bologna durante l’evento della Notte dei Ricercatori ha sempre svolto un ruolo attivo nel mostrare il talento e la creatività dei suoi studenti (ad esempio con le mostre #T-Fashion Garden, 2018 e #Athleisure, 2019).
La mostra — ospitata nella posizione centrale del cortile del complesso Alberti — è caratterizzata da una vasta gamma di opere che miravano a illustrare le complessità del sistema di moda e le sfide che i futuri professionisti dovranno affrontare. Queste opere non solo hanno messo in mostra le capacità e il pensiero innovativo degli studenti, ma hanno anche sottolineato l’importanza della moda come espressione culturale e artistica.
Nell’esporre la moda, decontestualizzare lavori di fashion design fuori dal contesto di classe universitaria ha spesso dimostrato molti benefici. DIverse università organizzano mostre con opere di studenti di fashion design all’interno dei loro spazi — ad esempio in una biblioteca, una sala o un cortile. Mentre la Notte dei Ricercatori all’Università di Bologna potrebbe non avere solo obiettivi espositivi, serve ancora come una preziosa piattaforma per offrire alla città di Rimini uno spaccato del lavoro degli studenti di studi di moda dell’università e dei loro contributi al settore della moda.
Qui di seguito, in un elenco diviso per progetto, i nomi degli studenti coinvolti come riconoscimento per la loro pratica e risultati creativi:
Fashion Identikit. The future creative director
(Corso Organizzazione delle aziende di moda e Seminario Grafica per la
moda, nel corso di laurea Culture e Pratiche della Moda, Università di
Bologna)
Progetti di: Alona Belis, Margherita Biagetti, Aisyah Sofia Bravi,
Romina Camilloni, Maria Cannata, Annalisa Caselli, Annalisa Antonietta
Cosentino, Carla Crema, Silvia Falcier, Benedetta Ferri, Emanuella
Foschi, Caterina Granci, Francesca Laudante, Carlotta Marola, Francesca
Massarino, Noemi Multari, Piergennaro Murgese, Nicolò Fraternali Meloni,
Noemi Manzotti, Mariella Di Nunzio, Ailen Pasos, Costanza Proietti,
Beatrice Puccia, Camilla Renzi, Federica Salardi, Sofia Santacroce,
Angela Tonini, Virginia Valente, Giulia Viappiani
Mirror identities
(Seminario Tecnica e workflow fotografico, nel corso di laurea Culture e
Pratiche della Moda, Università di Bologna)
Progetti di: Anna Alianelli, Linda Barbiero, Kunduz Botaeva, Margherita
Campana, Mirella Capuozzo, Cecilia Fangareggi, Grazia Grosso, Nicolò
Incerti, Noemi Manzotti, Laura Mardollo, Piergennaro Murgese, Chiara
Polliani, Cecilia Ricci, Serena Santo, Antonella Toma, Claudia
Trinchini, Uladzistan Zhuk
Costume Meets Fashion
Progetti degli studenti che frequentano Global Fashion, nel corso di
laurea magistrale internazionale Fashion Studies e Seminari su Fashion
collection design; Organizzazione di eventi e Comunicare la moda, nel
corso di laurea Culture e Pratiche della Moda, Università di
Bologna.
New Memories, New Identities, 3rd ZoneModa Design
Competition
(Design Cultures, nel corso di laurea magistrale internazionale Fashion
Studies, Università di Bologna)
Progetti di: Veronika Anikanova, Aïna Bovet, Eleonora Cortesi, Natsumi
Endo, Linda Galota, Fatemeh Ghanbarzadeh, Madhuri Mallesh, Anna
Matteucci, Margherita Nicolò, Raavi Prabhukumar, Filippo Ricci, Pegah
Sobhi, Bei Ye
Valorizzazione degli archivi per la moda
(Valorizzazione degli archivi per la moda, nel corso di laurea Culture e
Pratiche della Moda, Università di Bologna)
Projects by: Eleonora Castellari, Lorenzo Traversini, Federico Agostino
e Bianca Gori, Filippo Iarocci
In questo momento in cui la moda tende a diventare sempre più sostenibile, inclusiva e culturalmente sensibile, l’obiettivo è quello di guardare alle future mostre per dare spazio e voce alle riflessioni e alle pratiche dei futuri studenti. Essi, come giovani professionisti, possono fornire una prospettiva fresca e innovativa per affrontare le sfide di domani.