ZoneModa Journal. Vol.13 n.2 (2023)
ISSN 2611-0563

Lucia Savi. A New History of Made in Italy. Fashion and Textile in Post-War Italy. Bloomsbury, 2023

Simona Segre ReinachUniversità di Bologna (italia)

Pubblicato: 2023-12-20

Il progetto di questo importante volume pubblicato da Bloomsbury prende le mosse da due momenti di ricerca che hanno coinvolto l’autrice: una mostra sulla moda italiana allestita nel 2014 al V&A di Londra (“The Glamour of Italian Fashion” a cura di Sonnet Stanfill), a cui Lucia Savi ha collaborato come assistente alla ricerca e dal dottorato di ricerca che ne è seguito. La ricerca, che era focalizzata sul tessile italiano, situato in particolare nei distretti della seta e della lana, ha dato a Savi lo spunto per approfondire il rapporto in continua evoluzione tra tessile e moda, individuando una particolare metodologia che definisce inside-out. E infatti, come risulta chiaro dalla successione dei capitoli, si tratta di un libro basato sul rovesciamento di molti stereotipi e luoghi comuni intorno alle motivazioni del successo moda italiana. Il libro intende approfondire le modalità con cui il “made in Italy” è stato prodotto e rappresentato dalla seconda metà degli anni Quaranta, quando era ancora ai suoi esordi, agli anni Ottanta in cui era già famoso nel mondo per il suo prêt-à- porter. Il punto di partenza di questa ricerca è il rapporto tra creazione di moda e produzione tessile e le modalità con cui idee e materie si sono incontrati in un modo del tutto nuovo entro il sistema della moda globale, mettendo in relazione produzione, commercio, estetica e nuove interpretazioni dell’identità nazionale. Il ruolo fondamentale del tessile, secondo l’autrice finora non sufficientemente esplorato, resta al centro della sua ricerca: il lettore è così condotto attraverso le diverse fasi di un percorso storico e culturale sul ruolo dei materiali, dei tessili e delle fibre, nella formazione della moda italiana. Gli oggetti nella loro dimensione più ampia e culturale costituiscono la fonte primaria della ricerca di Savi — che si ispira a lavori recenti come quello di Jonathan Faiers sul Tartan — per analizzare li molti aspetti della moda italiana. Le fonti primarie sono state fondamentali per la stesura del libro: archivi, interviste, riviste e giornali. Il metodo dell’inside-out le ha permesso di vedere l’evoluzione del rapporto tra moda e tessile — scoprendo l’alternanza di momenti in cui l’innovazione tessile è stata trainante rispetto a quella di stile ad altri in cui è avvenuto il contrario. Il periodo coperto dallo studio è di diversi decenni, dal 1940 al 1985; questo ha consentito di capire meglio i punti di svolta e il ruolo dei materiali fatti in Italia, ma anche provenienti da altrove. I capitoli sono sei: nel primo viene analizzato il ruolo delle fibre e del tessile nel periodo del secondo dopoguerra; nel secondo capitolo viene analizzato il rapporto tra l’esportazione italiana negli Stati Uniti e le conseguenze sul design; nel terzo capitolo viene analizzata la trasformazione che è avvenuta negli anni Sessanta; nel quarto capitolo viene analizzato il rapporto tra la moda e l’industria e il ruolo degli intermediari tessili, i cosiddetti Carnettisti, attivi soprattutto nel decennio 1950–1960; il quinto capitolo tratta l’ascesa della città di Milano come capitale della moda e cuore del made in Italy; il sesto e ultimo capitolo affronta le sfide della moda italiana nella produzione di massa.

Il libro è uno strumento molto utile sia per gli studiosi e i teorici della moda che possono trovare approfondimenti inediti, sia per gli studenti che possono affrontare in modo critico, ma accessibile il significato e il ruolo della moda italiana.