ZoneModa Journal. Vol.11 n.2 (2021)
ISSN 2611-0563

Fabriano Fabbri. La moda contemporanea. II. Arte e Stile dagli anni Sessanta alle ultime tendenze. Einaudi, 2021

Chiara PompaUniversità di Bologna (Italy)

Pubblicato: 2021-12-16

Perché è lecito relazionare il total white abbacinante delle collezioni cromofobiche di Courrèges al cosiddetto White Album dei Beatles? Secondo quale logica è possibile stabilire una connessione a distanza tra Marcel Duchamp ed Elio Fiorucci? Le fiamme più vere del vero della Stratocaster di Jimi Hendrix, insieme ai riverberi dei lampi e dei tuoni della Tempesta elettrica di Jim Morrison, in che modo contribuiscono a fare luce sulle tendenze vestimentarie impostesi alla fine degli anni Sessanta? Per quale ragione i concetti di “rizoma” e “millepiani” formulati da Gilles Deleuze e Félix Guattari, unitamente alle riflessioni sul postmodernismo di Gianni Vattimo, ci offrono una lente di ingrandimento attraverso cui osservare le modalità operative di Vivienne Westwood e Franco Moschino, di Alberta Ferretti e Jean Paul Gaultier, fino a Christian Lacroix? Cosa accomuna uno dei film più celebrati della cinematografia mondiale come Metropolis di Fritz Lang, il videoclip di Radio Gaga dei Queen e le creazioni che sfilano sulle passerelle di Thierry Mugler? E ancora, dove ci conduce la linea di continuità che lega a stretto nodo Dadaismo, New Dada, Arte concettuale, senza dimenticare gli apporti di quel provvido think different maturato tra le frange della corrente Fluxus? Per caso ci catapulta direttamente al cospetto del celebre quanto invisibile Martin Margiela? E, oltre a Demna Gvasalia alla guida del collettivo Vetements, la lezione anticonformista dello stilista belga ha ispirato altre figure di riferimento della moda di inizio millennio?

Dedicate all’evoluzione degli stili dagli anni Sessanta fino alle ultime tendenze, le pagine del secondo e ultimo volume de La moda contemporanea (Einaudi, 2021),1 sono puntellate da questi e altri spunti di riflessione, che Fabriano Fabbri dissemina con acume nel corso di un’argomentazione densa, efficacie, mai scontata — come del resto si può evincere dalla singolarità degli spunti stessi. Docente di “Stili e arti del contemporaneo”, “Forme della moda contemporanea” e “Contemporary Fashion” presso l’Università di Bologna, si cimenta in un esercizio virtuoso quanto complesso di rilevazione delle omologie con l’arte contemporanea, la filosofia, il cinema, la letteratura, la musica, portando via via allo scoperto affinità, connessioni, parentele (alla fine del testo è riportata finanche la playlist dei brani citati), nella piena consapevolezza che la moda rappresenti “un elemento di congiunzione tra diversi linguaggi”.2

Rispetto al variegato panorama dei Fashion Studies, il volume si distingue, inoltre, per l’originalità del metodo di analisi: alla moda viene applicata una griglia messa a punto nell’ambito della critica d’arte. Da Renato Barilli è, infatti, mutuato lo strumento della “generazione”,3 che permette di articolare l’analisi dei vari stilisti per raggruppamento anagrafico, a cui Fabbri aggiunge la variabile dell’alternanza tra i “nati attorno a una decade pari” e i “nati attorno a una decade dispari”, che di norma determina un’oscillazione dei modelli estetico-culturali. In questa prospettiva, i protagonisti delle tendenze stilistiche degli ultimi sessant’anni sono presentati attraverso lo sdoppiamento in due fronti contrapposti e antitetici: da un lato i designer che guardano con oltranzismo al “qui e ora”, al nuovo, alla sperimentazione avanguardistica di geometrie e materia, concentrandosi “sulla progettazione di abiti atti a ritrovare una connessione privilegiata con la corporeità”;4 dall’altro i designer che subiscono le suggestioni del “là e allora”, della “retromania” e, rivolgendosi al passato, si calano nei panni di time travelers che alimentano le cosiddette poetiche della citazione, tra pose affettate, finzione, artificio, teatralità e manierismi.

Un altro elemento distintivo è costituito dall’ampio respiro che tiene insieme una nutrita schiera di presenze, risultante di una scelta critica inclusiva e di una ricognizione accurata, che non trascura gli sperimentalismi radicali, ma più di nicchia, di Nanni Strada, Carol Christian Poell o Maurizio Altieri, così come dà ampio spazio alla spiccata creatività di Viktor & Rolf o Hussein Chalayan, che si distinguono attraverso collezioni “dalle forti connotazioni artistiche, ma dalle scarse preoccupazioni commerciali”.5 Solo per fare qualche nome in più rispetto a quelli già menzionati in apertura, tra i big troviamo, invece, Karl Lagerfeld, Valentino Garavani, Yves Saint Laurent, Giorgio Armani, Issey Miyake, Rei Kawakubo, Yohji Yamamoto, Romeo Gigli, Gianfranco Ferré, Miuccia Prada, Antonio Marras, Domenico Dolce e Stefano Gabbana, Helmut Lang, John Galliano, i Sei di Anversa, Rick Owens, Alexander McQueen, Jeremy Scott, Maria Grazia Chiuri, Fausto Puglisi, Alessandro Michele. Nella schiera delle nuove leve “nate intorno al 1980” compaiono, tra gli altri, Iris Van Herpen, Gareth Pugh, Demna Gvasalia, Virgil Abloh, Boris Bidjan Saberi.

Fabriano Fabbri riesce, dunque, nell’intento di ribaltare quella visione superficiale che troppo spesso ha ridotto la moda a un fenomeno frivolo, a un contenitore vuoto, ad apoteosi dell’effimero e dell’apparenza, così come a regno indiscusso quanto esclusivo del bon ton, dell’idea canonica di “bello e ben fatto”. In definitiva, un volume che restituisce una panoramica suggestiva quanto esaustiva, solidamente strutturata, decisamente ricca di stimoli.

Bibliografia

Barilli, Renato. Scienza della cultura e fenomenologia degli stili. Bologna: Il Mulino, 1997.

Calefato, Patrizia. La moda oltre la moda. Milano: Lupetti, 2011.

Fabbri, Fabriano. La moda contemporanea. I. Arte e stile da Worth agli anni Cinquanta. Torino: Einaudi, 2019.

Fabbri, Fabriano. La moda contemporanea. II. Arte e stile dagli anni Sessanta a oggi. Torino: Einaudi, 2021.


  1. Relativamente alla pubblicazione antecedente, di cui questo secondo volume costituisce l’atto conclusivo, si veda Fabriano Fabbri, La moda contemporanea. I. Arte e stile da Worth agli anni Cinquanta (Torino: Einaudi, 2019).↩︎

  2. Patrizia Calefato, La moda oltre la moda (Milano: Lupetti, 2011), 7.↩︎

  3. Per un approfondimento del concetto di “generazione”, si veda Renato Barilli, Scienza della cultura e fenomenologia degli stili (Bologna: Il Mulino, 1997).↩︎

  4. Fabriano Fabbri, La moda contemporanea. II. Arte e stile dagli anni Sessanta a oggi (Torino: Einaudi, 2021), 15.↩︎

  5. Fabbri: 677.↩︎