ZoneModa Journal. Vol.10 n.1 (2020)
ISSN 2611-0563

Editoriale

Daniela CalancaUniversità di Bologna (Italy)

Simona Segre ReinachUniversità di Bologna (Italy)

Pubblicato: 2020-07-29

Gli studi di moda nascono come settore interdisciplinare. Ricordiamo che sin dalla fondazione, negli anni Ottanta del Novecento, si faceva chiaramente riferimento alle discipline della moda, al plurale, e non a una singola disciplina. Questo numero di ZMJ è particolarmente interessante proprio da questo punto di vista. Il tema della decostruzione, com’è noto, attraversa diversi campi dalla filosofia, all’architettura, alla moda, dando luogo a un fecondo dibattito tanto sulla progettazione e suoi metodi, quanto sulle implicazioni teoriche che situano la moda ben al di là dell’abbigliamento, per coinvolgere molti altri campi dell’agire umano. Il numero si occupa sia della storicizzazione del decostruzionismo, sia dei suoi significati più attuali, analizzandone, come scrivono i curatori Stefano Marino e Ines Tolic nell’introduzione al volume “con particolare attenzione alcune fra le sue implicazioni, intersezioni e ramificazioni in campi che spaziano dalla filosofia alla moda, dall’arte al design, dai gender studies alla musica”. Con questo principio inclusivo ed espansivo, sempre più attuale e necessario, troviamo nella prima parte del volume articoli puntuali e al tempo stesso aperti a un dialogo in fieri in molti campi del sapere. Il backstage, come sempre, ne raccoglie l’invito con recensioni di mostre, film e libri all’insegna del medesimo spirito di messa a nudo di convenzioni e stereotipi.

Questo numero è dedicato alla memoria di Paolo Fabbri (1939–2020), semiologo, riminese, cosmopolita, che dello sconfinamento tra i saperi, pur riconducendoli nella luce della disciplina prediletta, ha fatto un’arte. Sarà per noi sempre un esempio.